7 marzo 2020
E’ finalmente sabato, ho già caricato la macchina e ieri ho preso le api dal mio nuovo amico Apicultore, si chiama Cristiano!!! Ho trovato il suo contatto in una di quelle fiere di paese; così, quando ad un certo punto mi sono trovata quasi senza api l’ho chiamato e ho domandato: non è che ha delle api da darmi?
Mi sento sempre un po’ matta quando faccio quella domanda, insomma diciamo che mi sarei sentita più nella norma a chiedere un panetto di cocaina, ma invece chiedo api, e mi faccio di api e di tutti i prodotti dell’alveare! Dopo una tiritera durata qualche giorno, ha capito che facevo sul serio e che avevo una reale necessità, avevo davvero bisogno del suo aiuto, Stefy lo aveva addirittura chiamato per spiegargli meglio la mia condizione clinica. Morale ci ho guadagnato un nuovo amico…
Per il viaggio avevo posizionato le Api sul sedile anteriore, come fossero le mie bambine, gli avevo dato le caramelle e messo qualche goccia d’acqua sulla calza che chiude il barattolo ed ero partita!! il loro suono mi ha accompagnato per tutto il tragitto, sembrava di sentire l’Ooooooooom! Non avrei mai detto che sarei arrivata a questo punto, insomma sono partita che non sapevo neanche quale fosse la differenza tra un ape e una vespa!!!!! Ci rendiamo conto? Alle 9,30 ero già per la strada e alle dieci imboccavo l’autostrada che stranamente non era per nulla trafficata, si andava abbastanza veloce, senza troppi camion, mi sono fermata solo a prendere un caffè in Autogrill a metà strada, ma sono rimasta pochissimo giusto il tempo di andare in bagno e bermi il caffè! Sono arrivata da Ale a mezzogiorno e un quarto! Ad Asti c’era caldo e soprattutto c’era il sole!
La tavola era già imbandita e Ale era piazzato in modalità casa! Ero felicissima di essere riuscita a partire nonostante non stessi un una favola…..abbiamo passato buona parte del tempo in giardino e pianificato anche un pranzo con Sere e Cristiano per il giorno dopo, l’idea era quella di fare la pizza, noi avremmo messo la casa e loro il companatico!!
Poi verso metà serata mi ha chiamato Sere:
“Ciao Gio, ma siete sicuri che domani si possa entrare ad Asti? A noi continuano a scrivere che stanno ridefinendo le zone rosse! Vogliono chiudere tutto! Asti is on the list!!!!”
“Sere cosa dici? Qui tutto normale, non ne sappiamo niente, comunque ora guardo…accendo la Tv, Oh XXXXX!!” Hai ragione!!!! Disastro!!!!! No va beh…Sere parlo con Ale poi ci sentiamo per messaggi, a dopo.”
E ho riagganciato senza neanche finire la frase. Scoprivo che anche sul telefono mi erano arrivati parecchi messaggi che dicevano tutti la stessa cosa e idem ad Ale:
“cosa facciamo? Io rischio troppo, qui chiudono tutto secondo te?”
“Gigia, non lo so, dobbiamo pensare bene a cosa fare, secondo me la cosa migliore è che tu rientri a Torino dove hai la residenza prima che chiudano tutto, poi vediamo come si evolve la situazione e se riusciamo, torni qua, è una situazione così assurda…”
“Ma proprio Asti dovevano bloccare???“
Non sapevo se ridere o piangere, poi sono scoppiata a ridere, in tv, c’era una fiumara di persone che si era improvvisamente riversata nella stazione centrale di Milano!!!.
“Ma secondo te la gente ce la fa? Si può correre tutti alla stazione come i pazzi, senza neanche pensare a quello che si sta facendo, la stazione è uno dei maggiori luoghi di contagio!!!!! Sono matti??”
Ale era incredulo davanti al monitor con il bicchiere di vino in mano
“No, no sono proprio imbecilli, ma cosa passa nella testa della gente….”
Quella sera sono rimasta a dormire li, ero troppo stanca per ripartire, rischiavo ancora di fare un incidente. Avevo deciso che sarei tornata a Torino l’indomani nel tardo pomeriggio. Il giorno dopo, ci siamo svegliati senza sveglia, mentre facevamo colazione erano ormai statme definite tutte le nuove misure nazionali di contenimento dell’emergenza coronavirus. Nell’articolo 1 del nuovo decreto del governo, fimato alle 3.20 di quella notte e pubblicato domenica alle 13 in Gazzetta ufficiale, compare il divieto di ingresso e di uscita dalla Lombardia e da altre 14 province, e l’estensione delle zone controllate a Piemonte ed Emilia-Romagna. Nel dettaglio, le province diventate “zona arancione” sono le seguenti: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti, Vercelli, Novara, Verbano Cusio Ossola e Alessandria. Tutte le nuove disposizioni sono valide dall’8 marzo fino al 3 aprile.
Per conto mio quello che ho fatto quel giorno è stato silenziare il telefono, abbandonarlo e cercare di godermi quella bellissima giornata di Pre-primavera ed essere il più serena possibile. Avevo già un bel raffreddore e mal di gola, ma sono voluta stare fuori lo stesso. Abbiamo lavorato nel Garage di casa alla creazione di nuovi progetti. Ale si diletta da quando lo conosco a costruire lampade e io mi sto dando all’arte astratta :), quel giorno mi ha dato una mano a tagliare dei profilati in alluminio che altrimenti non sarei mai riuscita a tagliare, ci siamo divertiti a suon di insulti e battute pungenti!!! Così tra un bacio e 100 insulti alla Sandra&Raimondo sono arrivate le sei, ed era davvero ora di prepararsi a partire per non rimanere bloccata li fino a chissà quando…….così sono ripartita alla volta della city….. e fortunatamente non ho avuto spiacevoli sorprese, non mi ha fermato nessuno, era ancora tutto libero e sono arrivata a casa senza problemi.
Nell’arco di una decina di giorni la gente era come impazzita, le Chat erano esplose, non sapevo più come tenerle a bada!! Chat delle amiche di una vita, chat del lavoro 1, chat del lavoro 2, chat del lavoro 3, chat famiglia, chat del trio di amiche, chat spagna…….. DEGENEROOOOO!!
Il momento più esilarante è stato quando il nostro responsabile si è trasformato in un tutore, aprendo la chat nominata Ufficio Covid 19:
state tutti bene? Ho messo tutti dentro la chat in modo tale da essere tutti allineati
Ovviamente hanno risposto tutti tranne me, che ormai avevo lasciato il telefono vivere di vita propria, faceva tutto da solo…si illuminava e si spegneva, si illuminava e si spegneva, vibrava, suonava faceva bit, un lamento continuo… poi a ruota arrivavano le risposte più assurde:
“Tutto ok!”
“Io sto andando in overdose di Videogames!!”
“Partito secondo aperitivo on-line!!!”
“Sant’Agata, tutto ok!”
“Mo’ mi ubriaco così non cucino!”
“Domani si lavora in mutande!!!”
“Chiudetemi tutto ma non Leroy!!”
“A casa Arcangeli tutto bene per il momento!”
Insomma ognuno scriveva le cose più disparate!!! Poi:
@Giorgia, tutto bene?
Finalmente…sono riapparsa…
“Em…sono un pò acciaccata, raffreddore e se la volete tutta ho anche il cagotto, spero non sia nulla di grave, diciamo che non sono giorni di GIOIA per nessuno!!”
Risposta del mio responsabile:

Ma sei giù o su?
traduzione: sei a sant’Agata o a Torino?
“Sono a Torino dai miei cari genitori!” : )
Anche se mi ha messo un OK in risposta, io me lo sono immaginato sul divano mentre tirava un lungo sospiro di sollievo, lo immaginavo come uno di quei palloncini che i bambini sgonfiano alle feste di compleanno!!! Sono convinta mi pensasse isolata in mezzo al nulla, senza dottore e senza la possibilità di tornare! Credo sarebbe venuto un colpo anche me non fossi partita quel sabato e mi fossi trovata improvvisamente isolata!Diciamo che nella sfiga mi è andata di lusso!
Ci preparavamo a una settimana ALL-INN CASA WORKING, così di lunedì eravamo tutti al lavoro con i nostri pigiami migliori, quelli con nessuno vorrebbe far vedere mai, ma che sono i più comodi, gli indimenticabili!! Tutti in bolla, tutti connessi!!! E via di configurazioni clienti 8 ore al giorno!!!!! Tutto funzionava alla grande!! L’avevo detto a Tere che per il lavoro che stavamo seguendo saremmo potute stare anche alle Maldive, peccato che ci fosse toccato Torino!!!!!!
Inizio a pensare che questa cosa di lavorare in remoto possa diventare la soluzione della mia vita nei momenti in cui il mio fisico tenta il colpo di stato!!!! Anche gli aperitivi on-line non sono poi così male…lo so è sconvolgente pero’ per un’immunodepressa come me potrebbe funzionare davvero!!!
Io è già da un pezzo che non vado in posti affollati, prediligo le cene intime, lasciare perdere le feste in discoteca o i grandi eventi!! Cosa che circa sei anni fa non mi sarebbe mai passato per la testa visto che sono sempre stata un amante della folla e del casino!! Eppure le nostre vite cambiano e ci si adatta. Come avrete capito non amo molto il cellulare, anzi non me ne frega niente del cellulare e preferisco di gran lunga parlare con le persone fisiche e godere della loro presenza quando ne ho la possibilità però ne riconosco l’utilità!!! A volte ho proprio il rigetto per tutto questo, eppure, in questi giorni come avremmo potuto fare senza i cellulari? Come avrei potuto fare senza Whatsapp in questi mesi? Come avrei contattato Messico, Madrid, Romania, Germania per le mie terapie alternative? Pedro, risponde ai miei messaggi ogni giorno, e ogni mese ci confrontiamo in Videoconference, adesso anche con il lavoro sarà così, anche con gli amici sarà così e aimè anche con l’amore sarà così…. : (
Alle volte mi sembra di parlare di un racconto di fantascienza e invece poi mi accorgo che si tratta della mia vita!!! Anzi delle nostre vite!!!! Restiamo sempre connessi in una vicinanza apparente… nella speranza che questo sforzo serva a fare uscire il paese e il mondo dalla crisi sanitaria più catastrofica dei nostri tempi!! Tre parole: “exceptionally bad times”. Chissà se gli estensori del patto di stabilità che regola i bilanci europei avevano previsto tutto questo. Fatto sta c,he quelle tre parole – tempi eccezionalmente brutti –, ricordate da una nota dell’ufficio parlamentare di bilancio, si adattano perfettamente allo choc, all’economia che il nuovo coronavirus sta diffondendo in tutto il mondo globalizzato.
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