05 Weekend di fuoco

20 luglio 2019

Oggi circa tutta la famiglia passerà da casa nostra prima del matrimonio di mio cugino Fabietto! Non vi dico lo stress…all’idea di dover recitare la parte della Sana!! Mi adopererò per fare finta di niente, ho fatto dire ai miei che sto poco bene e che parteciperò solo al rinfresco in modo tale da non prendere troppo caldo! infatti fuori ci saranno 33 gradi, si schiatta e ho la pressione a terra. L’unica davvero informata dei fatti è mia cugina Beba e Fra (il suo fidanzato) a cui ho vuotato il sacco!

Intanto Ale stava arrivando a fuoco a Torino per l’occasione, eccolo! Corro ad aprire! In prima battuta mi trova in forma! Purtroppo dopo poco si accorge della verità, lo vedo improvvisamente scosso, non riuscivo ad usare le mani ed era palese, non sopportavo il contatto fisico perché le parestesie mi facevano dannare, in pochi giorni quella Stronza Malefica aveva attaccato, colpito e affondato i suoi denti aguzzi nella mia pelle mandando il sistema nervoso in corto circuito!

Ale mi diede l’impressione di comprendere solo ora la gravità della condizione in cui mi trovavo, da fuori non si notava, ma ad un occhio attento non poteva sfuggire, era sconvolto, ma nello stesso tempo contenuto nel manifestarlo, sinceramente non so che cosa abbia pensato ma era evidente che non fosse al settimo cielo! I suoi occhi esprimevano impotenza.

Ad ogni modo la giornata proseguiva bene, dopo poco avevamo offerto a ruota libera aperitivi per tutto il pomeriggio mentre si rideva del più e del meno! Alla fine eravamo ubriachi e decisamente allegri, avevamo deciso di annegare nell’alcol quella situazione di disagio: così da mio padre, madre, zii ignari, regnava la pace dei sensi!

Erano quasi le cinque ed era l’ora di prepararsi, Ale si è preso la briga di fare l’Autista e accompagnare l’ultimo ospite, lo zio Luca, sua moglie, i miei e lasciarli il più vicino possibile a luogo della cerimonia!

Io intanto ho iniziato “la vestizione” con tutta calma, ci avrò messo mezz’ora solo ad indossare l’abito, che era solo da infilare e senza cerniere, poi mi sono messa davanti allo specchio e ho provato a prendere la matita nera per truccare i miei occhioni marroni, ho tirato quella linea una decina di volte fino a quando sono riuscita a farla su entrambi gli occhi più o meno dritta. Dopo di che rossetto e ombretto il tutto condito con una pettinatura davvero improbabile, sembrava cotonata anni 50′!

Ma il bello doveva ancora venire: Dovevo mettere le scarpe che lo Zio mi aveva fatto recapitare apposta per il matrimonio di Fabio, 12 cm di tacco a spillo, eleganti, aspettate così tanto che non potevo e soprattutto non volevo non mettere! Purtroppo la sensibilità delle gambe era pari ad un’anestesia dentistica, non sentivo i piedi e inciampavo con delle semplici scarpe da tennis, vi lascio immaginare..era però una battaglia che volevo vincere con me stessa e quindi lo feci, misi le scarpe e provai in tutti i modi a legarle senza riuscirci. Fino a quando non me le legò Ale, che era tornato a prendermi insieme alla Olly! Mi guardarono entrambi un po’ dubbiosi per la decisione che avevo preso, ma insistetti che volevo sembrare assolutamente normale, non volevo che nessuno si accorgesse, così momentaneamente misi le mie Adidas bianche e mi portai dietro quelle bellissime trappole per signora!

Siamo partiti in direzione del ricevimento e alle 19,00 eravamo a Villa Chinet, puntualissimi! Il giardino dove era allestito il rinfresco si affacciava sulla città e la vista era bellissima, il prato era già pieno di invitati e i tavoli offrivano un ricco aperitivo, crudi di carne, verdure, formaggi e un ventaglio di ottimi vini bianchi e rossi.

In vista di quel ben di dio mi rimisi le scarpe e me le feci legare, feci un bel sospiro ed entrai a braccetto di Ale e Olly in direzione poltroncine di vimini, dove erano già seduti i miei cugini, dopo qualche metro mi sono ancorata alla sedia con l’idea di non muovermi di li per tutta la serata e mi diedi alle chiacchiere prima con la Beba e poi salutai a ruota tutti quanti! Intanto Ale mi aiutava con l’aperitivo, tenevo il bicchiere di vino con due mani, come se mancasse l’equilibrio, mi girava il polso e due o tre volte ho rovesciato metà bicchiere sulle sue scarpe, ho anche usato le posate per prendere alcune delle tartine dai piatti di portata, ma poi le mani hanno preso il sopravvento, ho cercato di servirmi senza farmi troppo vedere e di tanto intanto disseminavo cose per il prato: vista da fuori dovevo essere uno spasso!

La serata era piacevolmente fresca ed ero felice di vedere la mia famiglia, per un momento avevo dimenticato tutto ed ero semplicemente lì a guardare un sacco di persone sorridere, parlare, divertirsi. Ero riuscita ad esserci e quello si sarebbe trasformato in un bel ricordo da condividere sempre.

Abbiamo passato la serata a parlare dei casini che avevamo combinato in passato e a ridere degli zii che a quel punto della serata stavano dando spettacolo! Lo zio Vittorio ultra settantenne parlava come al solito delle storie più strambe, mio padre viaggiava con il ciuffo dritto in testa senza accorgersene e lo zio Walter raccontava qualche aneddoto dei suoi!

Tra Antipasti, risotto, secondi era arrivata l’ora della torta nuziale e presto arrivò anche l’ora di andare a casa, ero improvvisamente esausta ma felice, ormai giravamo a piedi nudi per il prato a caccia delle bomboniere. Era stata una bella serata e Ale, la Beba, Fra e la Hellen mi avevano tenuta su di morale!

Quella notte andai a dormire leggera, ero talmente stanca che toccai il letto e mi addormentai con il sorriso.

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