02 La crisi

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Era passata circa un ora e io me ne stavo seduta nella saletta riunioni dietro l’ufficio Stile quando mi è squillato il telefono, era il Lulu, mio padre, mi aspettava fuori sotto il diluvio universale. Non riuscivo a guidare e allora abbiamo lasciato la mia macchina li e siamo partiti ma non ci siamo diretti a casa. Durante il viaggio mio padre era visibibilmente distrutto, io ero gelata e soprattutto in silenzio perchè continuavo a pensare dov’è che avevo sbagliato, che cosa avevo fatto di male per meritarmi questo.

Era circa l’una quando siamo arrivati a Rivalta a prendere la Stefy, lei è una bomba di ragazza di 36 anni malata di Artrite remautoide deformante e vi assicuro che a vederla non si direbbe, l’abbiamo caricata in macchina e ci siamo spostati verso Alpignano dove Francesco, l’apicultore di cui vi accennavo tiene le Api per noi. Siamo arrivati al grosso cancello di quella che aveva tutte le sembianze essere una clinica per anziani e siamo entrati  e abbiamo proseguito per una piccola stradina che attraversava la proprietà fino a quando non abbiamo parcheggiato.

Io sono rimasta in macchina mentre Stefy è scesa ed è andata nel giardino delle api, io avevo già visto Stefy all’opera, scordatevi la tuta da apicultore, aveva un bel paio di jeans  e una maglietta a manica corta e via, ha preso qualche barattolo di vetro già preparato con il favo e si è diretta a prelevare le api per me. Mi fa scassare, perchè prende le api a mani nude, senza fare una piega, si aiuta con un foglio di carta e le fa scivolare dall’arnia al barattolo dove le chiude con una calza color carne per signora. Quel giorno come dicevo diluviava e non era da fare, con la pioggia le api sono nervose, ma purtroppo era urgente e non avevamo molte scelte, avevamo chiamato anche Francesco che sarebbe arrivato da li a un’oretta.

Dopo una decina di minuti la Stefy era tornata dentro la macchina accompagnata da quel piacevole ronzio e qualche ape appiccicata ai pantaloni, mi fa: “sei pronta?” io che ero completamente stordita sono riuscita a fare un cenno con la testa e lei è partita come un razzo. Pinza, barattolo,ape

“ahhhhhhhhh, fatto!!!!c..zzoooo”, “allora procediamo, pronta?”ho subito detto “no” ma lei non mi ha neanche consideratata e ha  continuato a pungere sulla colonna all’altezza del Midollo, Osso Sacro, Anche, Mani, Testa e Pancia per un totale di 7 punture! Momentaneamente ho sentito le mani migliorare ma dopo mezzora era tornato tutto uguale e io stavo malissimo. Quei giorni avevo sospeso la terapia dell’ape perchè mi era gonfiato il piede, vi ricordate? venerdì avrei dovuto pungermi prima di partire ma ero troppo in stress da viaggio e lavoro insieme così avevo declinato l’insistente invito di Stefania.

Risultato eravamo tutti e tre seduti “modì baccalà”  a guardare fisso la pioggia cadere mentre aspettavamo Francesco e con me che avevo tutta l’aria di essere strafatto!

Quel giorno dovevamo fare un’altra operazione importante che richiedeva l’aiuto dell’apicultore, dovevamo spostare una delle arnie vicino a casa di Stefy per essere più comode perché  nelle prime settimane è stato molto impegnativo andare tre volte a settimana a farmi pungere prima o dopo il lavoro e questo ha favorito certamente la condizione che stavo vivendo, Inoltre Jose Luis con cui mi sento e vedo su Whatsup, mi aveva già detto che quelle prime avvisaglie di intorpidimento che avevo avuto nelle settimane precedenti con l’esplosione del caldo non erano effetti collaterali del veleno e che erano sintomi di riattivazione della malattia e che dovevamo salire velocemente con la dose di veleno perchè non eravamo a regime!

Per avere benefici dal veleno d’ape in una patologia come la Sclerosi multipa c’è un protocollo molto rigido da seguire che prevede dalle 20 alle 40 punture al giorno per almeno 6 mesi di tempo in svariate parti del corpo, a questo si aggiunge il fatto che ogni persona reagisce in modo diverso e quindi la cura va regolata sull’individuo fino a trovare il giusto equilibrio psico-fisico.

Ecco è arrivato Francesco, in questo esatto momento è nudo, si sta mettendo lo scafandro e poi si dirige verso di noi, saluta e mi chiede “come va?” Era abbastanza scocciato anche se la situazione non gli consentiva di prendersela con noi, così lui aiutato da Stefy che si è era a ruota messa la Tuta si erano preparati alla battaglia finale. Io e mio padre non abbiamo dovuto aspettare molto prima che il mio fantastico Q2 nuovo di pacca fosse occupato da un arnia piena zeppa di api! Vi giuro sembrava una parodia di Fantozzi ai tempi d’oro con tanto di nuvola sopra! Dopo qualche manovra con rischio apertura dell’arnia siamo finalmente riusciti a sistemare le api e a chiudere il cofano!

Avevamo fatto un’operazione non male anche se me la stavo facendo sotto con tutte quelle api in macchina! Abbiamo ringraziato Francesco e abbiamo riaccompagnato Stefy a casa dove abbiamo scaricato l’arnia, l’avrebbe tenuta lei e per evitare di fare mille giri e avere le api a portata di mano, avrei preso le api una volta alla settimana e mio padre mi avrebbe punto! Tornammo a casa sfiniti e sconsolati, mia madre ci aspettava sulla porta come un anima in pena, era ormai pomeriggio tardi e della pioggia non c’era più traccia.

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